Quando si riprende una scena, un regista ha a disposizione diverse tecniche di ripresa: si tratta dei vari metodi attraverso i quali i registi possono catturare le immagini che andranno poi a formare il film completo.
Queste tecniche sono fondamentali per raccontare una storia anche visiva, capace di coinvolgere emotivamente il pubblico. Ogni regista, nel corso del tempo, tende a sviluppare alcune tecniche a discapito di altre, costituendo il proprio stile di ripresa.
Ad ogni modo, però, è importante avere un’idea generale di quali siano le tecniche di ripresa cinematografica principali, così da capire quali possono essere più vicine all’idea che abbiamo per raccontare la nostra storia.

Le tecniche di ripresa cinematografica più conosciute

Il cinema è da sempre una delle arti visive più emozionanti, capace di evocare attraverso le immagini una storia e di comunicarla all’esterno. Se in passato i registi erano per certi versi limitati, con lo sviluppo delle attrezzature moderne i movimenti che possono compiere con la macchina da presa sono diventati sempre di più.
In questo modo, è possibile scegliere quale tipo di immagine comunicare e in che modo farlo, dando una libertà d’espressione sempre maggiore. Vediamo le principali tecniche di ripresa!

Il long take

Conosciuta anche come piano sequenza in italiano, è una tecnica di ripresa cinematografica che consiste in una scena girata in un’unica inquadratura, continua e senza tagli.
La durata è decisamente più lunga rispetto al taglio medio delle scene e può essere usata per aumentare la tensione immergendo lo spettatore nell’immagine. Alcuni dei long take più famosi, ad esempio, sono contenuti in “Nodo alla Gola” di Alfred Hitchcock e in “Birdman” di Alejandro G. Iñárritu.

Il campo e il controcampo

Si tratta di una tecnica di ripresa, ma anche di montaggio. È utilizzata soprattutto nelle scene che mostrano delle conversazioni: viene prima inquadrato un personaggio che rappresenta il campo, e poi la scena viene tagliata per inquadrare un altro personaggio, che rappresenta invece il controcampo.
In genere, la camera è posizionata sulla linea del dialogo, così da mantenere una coerenza visiva e spaziale. In questo modo si crea continuità tra la posizione dei personaggi e la direzione dello sguardo, dando l’impressione che si tratti di una conversazione faccia a faccia.

La steadicam

È una tecnica di ripresa che permette di girare delle scene fluide, sebbene in movimento. Proprio per questo, il termine è anche utilizzato per indicare una certa tipologia di attrezzatura, inventata da Garrett Brown e introdotta intorno agli anni ‘70.
La steadicam combina il sostegno di un treppiede con il movimento fluido della ripresa a mano libera. Grazie ad una imbracatura e un braccio che collega la camera al regista, vengono isolati i movimenti indesiderati e le vibrazioni causate dal camminare o dal correre.
Si tratta di una tecnica utilizzata soprattutto quando è necessario seguire gli attori in movimento oppure quando ci sono scene che mostrano l’esplorazione di un ambiente.

La panoramica o pan

Questa tecnica di ripresa è un movimento orizzontale della camera, su un asse verticale. Sostanzialmente, simile alla panoramica che possiamo fare con il nostro cellulare, la camera si sposta da destra a sinistra o viceversa, restando però sempre alla stessa altezza e posizione.
In genere questa tecnica viene utilizzata per mostrare un paesaggio, per seguire un soggetto in movimento o per spostare l’attenzione dello spettatore su qualcos’altro senza tagliare la scena.
A seconda della rapidità con cui viene effettuata, può comunicare elementi diversi: se particolarmente lenta, dà un senso di calma e contemplazione; se particolarmente rapida, invece, dà un senso di dinamismo e urgenza.

Il tilt

È una tecnica di ripresa inversa rispetto alla panoramica: la camera, infatti, si muove su e giù su di un asse fisso. È spesso utilizzata per seguire personaggi che si alzano in piedi o che si abbassano, per creare tensione o per mostrare alcuni dettagli allo spettatore.
In genere, una scena tilt up mostra degli elementi che entrano nella scena dall’alto mentre una scena tilt down mostra dei dettagli che compaiono dal basso.

Il dolly o tracking shot

In questo caso, la camera viene montata su di un carrello (il dolly, appunto) che viene spostato su dei binari o su una superficie. Questa tecnica è spesso usata per seguire i soggetti mentre si muovono, oppure per muoversi o allontanarsi da loro.
Si tratta di riprese che spesso servono a creare profondità e a dare la sensazione di una presenza fisica nello spazio della scena.

Lo zoom

È una tecnica di ripresa che coinvolge il cambiamento della lunghezza focale dell’obiettivo della camera, che può essere avvicinato (zoom in) o allontanato (zoom out) senza che la camera stessa si muova fisicamente, proprio come facciamo quando zoommiamo con il nostro cellulare.
In genere è usato per concentrare l’attenzione su un dettaglio, per passare da una visuale più generale ad una più particolare, oppure per creare un effetto drammatico.

Il jib shot

Si tratta di una tecnica che fa uso della jib (una gru) che presenta una camera montata su una estremità. In questo modo, questa può muoversi su un arco che va verso l’alto o il basso, ma che può spostarsi anche lateralmente.
Usata nelle riprese aeree, per effettuare grandi panoramiche o riprendere movimenti dinamici, è capace di trasmettere una sensazione di libertà e spaziosità.

La ripresa a mano libera o handheld shot

Una delle prime tecniche di ripresa mai utilizzate: la camera è tenuta manualmente dall’operatore, senza essere montata su alcun tipo di supporto o sistema di stabilizzazione.
La leggera instabilità della mano umana può essere utile a conferire un senso di urgenza e di autenticità, motivo per cui questa tecnica è spesso usata nelle scene d’azione o nei documentari, quando è necessario creare un’atmosfera intima e coinvolgente che faccia sentire il pubblico come parte della scena stessa.

L’angolazione olandese o dutch angle

In questo caso, la camera è inclinata rispetto all’asse standard. In questo modo l’immagine creata è obliqua e l’effetto visivo prodotto è quello di uno squilibrio o distorsione della realtà. In genere, viene utilizzata questa tecnica di ripresa quando si vuole rappresentare confusione, instabilità psicologica o dare un tono surreale alla scena.

L’aerial shot o ripresa aerea

È una tecnica di ripresa realizzata da una camera che, di solito, è posta su aeromobili come elicotteri e droni. Sono particolarmente importanti, queste riprese, nelle scene panoramiche di apertura dei film, nei film d’azione o in qualunque scena nella quale una vista dall’alto può offrire spunti interessanti.

Le tecniche di ripresa sono molte e impararle tutte può sembrare difficile: affidati ai nostri insegnanti esperti del corso di cinema e regia, che sapranno guidarti e aiutarti a trovare il tuo stile di ripresa!

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